SAI Casa Futuro

 

I minori stranieri non accompagnati (MSNA) sono i minori che entrati in Europa sono privi dell’assistenza dei genitori o di altri adulti per loro legalmente responsabili. La presenza di minori in questa condizione è un fenomeno che negli anni recenti ha acquisito particolare rilevanza in Italia e in Europa, anche se pare che si stia riducendo.

Cosa porta un minore a partire da solo?

O la sua famiglia a farlo partire?

 

Le motivazioni sono molto diverse:

  • La prima è costituita dai minori in fuga da guerre e persecuzioni, costretti a partire per lasciarsi alle spalle situazioni che li mettono in pericolo di morte in paesi come Siria, Iraq, Afghanistan, Somalia, Eritrea.
  • Ci sono poi i minori mandati dalle famiglie per migliorare la propria condizione economica. In questo caso è la famiglia a decidere sulla partenza del minore, vedendo in lui/lei un’occasione di miglioramento della propria situazione tramite le rimesse che sarà in grado di mandare.
  • La terza motivazione è data dai minori attratti dallo stile di vita occidentale, qualcosa che va al di là della sola prospettiva di maggiore benessere economico per abbracciare la sfera esistenziale, del desiderio di “vivere un’altra vita”, come è percepita quella di molti ragazzi e ragazze della loro età che vivono nei paesi dell’Europa occidentale.
  • Infine ci sono i minori spinti da una situazione di destrutturazione sociale. Una situazione che può riguardare la famiglia, assente oppure incapace di prendersi cura del minore, o più in generale il contesto sociale, in una sorta di rassegnazione che può portare ad accettare il fatto che “sono partiti tutti, non mi resta che partire anch’io”.

Ovviamente nella realtà le situazioni sono ibride. Il desiderio di vivere una vita diversa può incontrare una strategia economica familiare, così come una situazione di destrutturazione sociale può essere connessa a un contesto segnato da violenza e persecuzione.

 

Casa Futuro si prefigura come seconda accoglienza, prevista nell’ambito della rete SAI, fornisce a dodici minori stranieri non accompagnati, anche non richiedenti asilo, in misura graduale e attraverso progetti individuali, gli strumenti per raggiungere la propria indipendenza lavorativa, sociale e culturale. Si stima che fino a un quarto dei minori in Italia cresca in una famiglia dove ci sono seri problemi di ordine psicologico, relazionale, economico. La Fondazione offre interventi di tipo psico-socio-educativo-assistenziale rivolti alla maternità, all’infanzia e all’età evolutiva; questi interventi sono rivolti in modo privilegiato al minore e alla sua tutela.

Il progetto, di semi-autonomia, è gestito da un’équipe educativa composta da quattro educatori e un coordinatore, che si occupa di presidiare la vita negli appartamenti e di seguire i ragazzi nei loro percorsi educativi e di integrazione. L’équipe è completata da due tutor notturni.

Al progetto sono destinati due appartamenti, in una logica di accoglienza che favorisca una reale integrazione sul territorio. Ogni alloggio ospita  sei ragazzi, i modo che i ragazzi possano fare esperienze di condivisione di uno spazio.

La gestione dell’appartamento è lo strumento di sviluppo di competenze personali e relazionali. Gli ospiti si devono occupare di fare la spesa, cucinare, tenere la casa in ordine e pulita, convivere e condividere.
Gli educatori forniscono sostegno e accompagnamento alle visite mediche, dall’assistente sociale, o in questura, e sostengono gli ospiti nella partecipazione a progetti di integrazione sul territorio, proponendo attività sportive, laboratori teatrali, gruppi di peer-education.

Vengono organizzati gruppi di supporto allo studio, si sostengono percorsi di formazione per il conseguimento della licenza media o per la formazione professionale, si aiutano i ragazzi nella ricerca di soluzioni abitative post-accoglienza adeguate.